Palermo, la cura Ballardini inizia a farsi sentire: contro la Juventus la prova del nove
In casa Palermo ieri è stato il giorno del grande debutto (anzi, il grande ritorno) di Davide Ballardini sulla panchina rosanero. L’esordio non è stato per niente male: la squadra siciliana ha colto un importante pari sul campo della Lazio, sfiorando anche la vittoria che, se fosse arrivata, non sarebbe stata sicuramente immeritata.

Ma quello che va oltre al risultato sul campo, sono i segnali che ha dato la squadra, da troppo tempo passiva e senza un vero gioco, una vera impronta che la distingua dalle altre. Il 3-5-2 di Iachini, infatti, era diventato prevedibile e non c’erano più varianti di gioco, anche nei sistemi visto che la difesa a tre non dava più determinate garanzie. Ieri pomeriggio all’Olimpico si è rivisto un modulo di gioco che da tanto non si vedeva a Palermo ma che contraddistingue Davide Ballardini: il 4-3-2-1.
In poco meno di quindici giorni, il tecnico ravennate ha lavorato sulla rosa a disposizione anche senza i vari nazionali (Hiljemark, Gonzalez e compagnia varia) ed i risultati sono stati più che positivi, iniziando dalla difesa. Ballardini ha avuto il coraggio di lanciare dal primo minuto Goldaniga e ne hanno giovato sia il ragazzo stesso, che ha trovato il primo gol in Serie A, che il compagno di reparto Gonzalez il quale ha offerto una prestazione maiuscola e di sicurezza. A centrocampo Jajalo ha fatto il suo, aiutando in fase difensiva e gestendo la manovra offensiva senza cataclismi; le mezzali, invece, hanno offerto prestazioni opposte. Da un lato Hiljemark è caduto in una grave ingenuità, dall’altro Chochev è tornato quello visto nel finale della scorsa stagione, molto attivo in fase offensiva tanto è vero che due delle occasioni per il raddoppio rosanero sono passate dai suoi piedi.
Ai trequartisti, invece, è stato affidare il ruolo di dare ampiezza al gioco e Vazquez in primis (non più unica fonte di gioco e quindi con maggior libertà di manovra) e Brugman poi hanno fatto tutto alla perfezione. Menzione particolare per il l’uruguagio: per Iachini era un regista, uno che doveva stare davanti alla difesa per impostare il gioco, mentre Ballardini lo ha lanciato da numero 10 a supporto dell’unica punta e ha fatto un ottimo lavoro, dando forse una variabile inedita al Palermo. Infine Gilardino, con il suo lavoro sporco, ha aperto la difesa della Lazio nonostante sotto porta non abbia inciso.
Certo, questa Lazio piena di lacune non era il miglior metro di giudizio ma, senza dubbio, la strada intrapresa dal Palermo di Ballardini è quella giusta. Tra sette giorni al Barbera arriverà la Juventus: vedremo se quello di ieri dell’Olimpico è stato solo un fuoco di paglia o l’inizio di un’annata in crescendo.