Petkovic-Lazio: addio già a Natale?
E’ scritto nella storia recente della squadra biancoceleste che ad ogni trionfo debba seguire un anno di confusione. Alla Coppa Italia vinta da Mancini fecero da contraltare nella stagione successiva l’orlo del fallimento, l’avvento di Lotito e la gestione Mimmo Caso. Alla coppa firmata Delio Rossi seguì il disastro Ballardini. Anche Eriksson, condottiero dell’anno del secondo scudetto, abbandonò la nave poco dopo lo storico trionfo. Anche in quel caso, per la panchina di una Nazionale. A ben vedere, il tecnico svedese venne sollevato dall’incarico dall’allora Presidente Sergio Cragnotti il nove gennaio del 2001 dopo che prima della sosta il mister aveva firmato per diventare, dal 30 giugno del 2001, il nuovo commissario tecnico dell’Inghilterra.
Corsi e ricorsi storici che mister Petkovic deve conoscere, questi si, molto bene se è vero che, secondo indiscrezioni circolate nelle ultime ore, il bosniaco potrebbe prendere in contropiede la società rassegnando le dimissioni durante la sosta di Natale.
L’ambiente biancoceleste è in fermento per non dire confusione. Lotito e Tare sono alla finestra in attesa di prendere una decisione. Il gruppo, vedendo l’esultanza dopo l’inaspettato pareggio con la Sampdoria, sembra unito e con il tecnico. La situazione di classifica, dato questo anomalo avvio di stagione dell’intera Serie A, è compromessa per la zona Champions ma non necessariamente per un piazzamento in Europa League. Ciò che preoccupa la stanze del potere di Formello è la completa assenza di gioco e mordente. Fattori che deve aver notato anche Petkovic se è vero che domenica si è assunto la responsabilità della confusione tattica e dell’incapacità di sfruttare la superiorità numerica.
L’impressione è che, a meno di catastrofici scenari da qui alla sosta, la Lazio ed il mister si trascineranno insieme nel disperato tentativo di limitare i danni fino a Natale.
Poi, a bocce ferme, la federazione svizzera annuncerà il nuovo commissario tecnico. E allora ci sarà un pretesto per un avvicendamento sulla panchina biancoceleste. Con Reja e Bollini vigili sulle sponde del Tevere per un ruolo da traghettatori. Ed Allegri o Guidolin come prima pietra di un progetto per ripartire.