Quelli che benpensano (mah…)
Bergamo, 1 Febbraio, ore 17, un esiguo numero di tifosi si dirige, come di consueto, verso l’Atleti Azzurri d’Italia, per sostenere la propria beneamata, sfidando la neve e il gelo.
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Fino a qui nulla di strano, ci sono i cosiddetti fanatici, nell’accezione più positiva del termine, che seguirebbero la propria squadra persino in cima al mondo. Il comico, eh sì, ridiamo per non piangere, arriva una volta all’interno dello stadio: la neve fiocca copiosa sugli spalti, ma i sopracitati temerari resistono, fino all’intervento della vigilanza, che, per questioni di sicurezza, invita i tifosi ad uscire dallo stadio. Un po’ contrariati quest’ultimi si dirigono verso le uscite, rassegnati all’idea di non veder giocare la propria squadra in questo mercoledì di inizio Febbraio, una voce si diffonde sugli spalti e in sala stampa: Atalanta-Genoa sarà rinviata! Una volta fuori dallo stadio, però, la notizia sorprendente: anzi no, seppur in ritardo, si gioca! Ed ecco allora che speranzosa, la gente, torna ad occupare il proprio posto nello stadio, in attesa del fischio di inizio. Questo simpatico, si fa per dire, siparietto, si ripeterà una seconda volta, fino alla definitiva sospensione della partita, rinviata a data da destinarsi. Ed è qui lo scandalo. Poco importa se gente pagata milioni soffrirà un po’ di freddo in campo (il freddo si combatte con una maglietta in più, una paio di calzamaglie), ciò che più è significativo è che migliaia di tifosi vengano presi in giro, e che agli stessi venga impedito di godere di quello che è, in fin dei conti, uno spettacolo. È qui che si dovrebbe intervenire! Inutile ripetere che non ci sarebbe voluto Merlino a capire che, specie al nord, nei cosiddetti “giorni della merla”, un’ondata di gelo e neve si sarebbe abbattuta, e che avrebbe portato disagi, specie su quei campi di patate che ancora ci ostiniamo a chiamare campi. È superfluo ribadire che questi “benpensanti” abbiano nuovamente e brutalmente sbagliato. Ciò su cui è più giusto soffermarci sono i tifosi; quei tifosi che a Parma hanno sperato fino all’ultimo di vedere Giovinco e Del Piero opposti, o che a Bergamo speravano nella consacrazione di Gabbiadini, e che, puntuali, si sono presentati allo stadio, sebbene fosse già deciso ufficiosamente, che non si sarebbe giocato. E forse un concetto non è più chiaro ai nostri giorni, il calcio non è soldi, il calcio è tifosi! Che si mandassero a benedire le pay tv, e che si giocasse un po’ di più ad agosto! Queste parole cadranno nel vuoto certamente, ma la speranza è l’ultima a morire. E magari, a qualcuno, leggendo questo articolo, tornerà in mente il vero motivo dell’esistenza del calcio, e che lotti per cambiare qualcosa. Mera illusione, ma Mark Twain diceva: “Non separarti dalle illusioni. Quando se ne saranno andate, può darsi che tu ci sia ancora, ma avrai cessato di vivere”, e allora illudiamoci che qualcosa possa cambiare, e magari cambierà davvero.