Repubblica, nuovo caso calcioscommesse: “In Serie A si truccano ancora le partite. Indagati tecnici di prima fascia”
ROMA – Lo scandalo, i titoli sui giornali, le manette, tutta l’Europa che ne parla, qualche (molto poche in realtà) squalifica. Sono passati più di due anni dallo scandalo del calcioscommesse, ma a quanto pare in Italia non è cambiato nulla: le manipolazioni delle partite dei campionati di “serie A e di serie B” sono ancora in corso. Ci sono nuovi indagati, “con dirigenti e tecnici” di prima fascia in contatto con criminali che in cambio di risultati esatti sulle gare “pretendono somme dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro a partita”. A sostenerlo è la procura di Cremona, che lo scandalo ha scoperto e fatto scoppiare. E che nei giorni scorsi ha fatto notificare una nuova proroga di indagini a 41 persone, tra calciatori e dirigenti. In particolare ci sono una decina di nuovi indagati, compresi alcuni calciatori e tecnici di serie A, i cui nomi al momento sono però omissati.
“Le investigazioni – scrive il pm Fabio Saponara, che sta affiancando il procuratore Roberto Di Martino nell’indagine – sono molto complesse perché hanno per oggetto molti fatti tra loro collegati: si indaga sulla manipolazione di circa 110 partite e gli indagati sono più di 150“. Contemporaneamente sono partite una serie di rogatorie all’estero, non solo per capire i movimenti dell’associazione criminale che partendo da Singapore e da Tan Set Eng, passando per i Balcani con il gruppo degli Zingari di Hrystian Ilyevki, è arrivata in Italia per truccare i campionati. Obiettivo delle indagini fuori confine è intercettare i movimenti di denaro: una prima in Svizzera aveva rivelato la presenza di conti correnti criptati (dai nomi di vini pregiati) riconducibili a Beppe Signori e al clan dei bolognesi.
A tutto questo deve aggiungersi l’incidente probatorio in calendario per il 10 dicembre prossimo. Non esattamente un passaggio formale: in quell’occasione verranno aperti le circa 200 apparecchi informatici sequestrati in più di due anno di inchiesta a tutti gli indagati, da Paoloni ad Antonio Conte da Mauri a Domenico Criscito. Sono già stati individuati i quattro periti che avranno quattro mesi di tempo per tirare fuori tutto il materiale importante per l’indagine, compresi i messaggi e le mail cancellate.
Fonte: Repubblica.it