Rivoluzione Roma: quanti meriti per Garcia

Non serve molto per capire che la Roma di quest’anno sia completamente diversa da quella delle stagioni precedenti. Certo, è presto per parlare di “squadra da battere”, ma a Trigoria l’aria è a dir poco cambiata.

Ad iniziare dai gol: nella ripresa non si subiscono ma si fanno, merito di una difesa più attenta, di un centrocampo che sembra esser il migliore di Italia e di un attacco affamato. Il merito, però, va soprattutto a Rudi Garcia, che oggi – col 2-0 alla Lazio – supera Luciano Spalletti nelle vittorie consecutive ad inizio campionato. La Roma è cambiata anche nell’interpretazione del derby: interrotta la serie negativa di 5 partite perse, porta a casa i 3 punti e il conseguente primato in classifica. Per Garcia “i derby non si giocano, si vincono”, il cambio di rotta è evidente se si pensa a “il derby è una partita come tutte le altre” di Zeman. A non cambiare, invece, è il rapporto cartellino giallo-De Rossi (il decimo con la Lazio), ma del resto si sa: quando si tratta di derby Daniele è prima tifoso che Capitan Futuro. Ad ogni modo, anche il numero 16 della Roma è cambiato, tornando ai suoi livelli, a quello che, fino a pochi anni fa, si poteva ben definire un “centrocampista alla Gerrard”: corre, si sacrifica per la squadra, copre tutti gli spazi e si mostra determinante su Ledesma. Se quest’estate nessuno voleva esser al posto di Garcia ora la situazione è rivoltata. Chissà se Antonello Venditti, in estate contrario alla riproduzione del suo stesso inno, stasera non sia tornato a canticchiare “…Per me, che sognavo questa Roma e Roma c’è!”?