Roberto Mancini: “La Nazionale? E’ qualcosa di primario”
Intervistato dal quotidiano genovese Il Secolo XIX, Roberto Mancini è tornato a parlare di calcio, in particolar modo di Nazionale italiana e della sua amatissima e mai dimenticata Sampdoria.
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All’ex allenatore del Manchester City è stato chiesto, infatti, se nei suoi progetti vi è un giorno quello di allenare l’Italia e il Mancio non ha assolutamente scartato l’ipotesi, anzi ha dichiarato che “la Nazionale è sempre la Nazionale, è una priorità, non una cosa secondaria, anzi deve essere un’ambizione per qualunque tecnico”. Ha inoltre aggiunto, però, che “oggi il tecnico è Cesare Prandelli e va lasciato lavorare con calma e tranquillità, perché c’è un Mondiale da preparare e bisgonerà fare molto bene in Brasile”. Non ha eslcuso che in futuro, comunque, gli piacerebbe poter essere il selezionatore della Nazionale.
Roberto Mancini ha poi risposto ad alcune domande sulla Sampdoria (definita la “sua famiglia”), squadra nella quale ha militato per quindici lunghi ed indimenticabili anni, vincendo lo storico Scudetto del 1990-1991 e divenendone nel tempo il leader e il capitano. L’ex fantasista blucerchiato si è soffermato sulla Sampdoria di oggi, parlando del giovane Nenad Krsticic (che ne ha ereditato la casacca numero 10 sulle spalle) definito come “un ragazzo capace e già con grande carattere”. Mancini ha inoltre augurato al serbo (che nei giorni scorsi definì lo jesino come la storia della Sampdoria) “di poter essere un giorno la bandiera della Samp, perché farlo con i blucerchiati e con questi tifosi varrebbe doppio”. Proseguendo Roberto Mancini si è anche espresso positivamente nei confronti del giovane centrocampista Pedro Obiang (seguito quando allenava il City) e del veterano Angelo Palombo (che lanciò in prima squadra ai tempi della Fiorentina). Ha poi concluso parlando del neo arrivato Manolo Gabbiadini, che lo ha impressionato molto e che secondo l’ex bandiera blucerchiata “ricorda Attilio Lombardo per come si muove, ma soprattutto Gianluca Vialli per il fiuto ed il senso del goal”.