Roma, siamo ancora a settembre: è già tempo per parlare di “crisi”?
La sconfitta di Bologna si configura come uno spartiacque nell’ambito della storia recente del club capitolino; solo qualche mese fa, i giallorossi avevano rischiato di staccare il ticket per una clamorosa, a tratti utopistica, finale di Champions League: la pirotecnica remuntada con cui la Roma, in quella magica notte d’Aprile, era riuscita ad eliminare il Barcellona, imponendo il proprio gioco ai blaugrana e ribaltando le sorti di quello che sembrava un copione già scritto, rappresentava l’apoteosi della crescita d’una squadra sempre più matura e consapevole, in grado di stupire e di far male a chiunque, compresi avversari di livello europeo come Messi e compagni. Proprio in virtù di ciò, il difficile inizio di stagione (appena 5 punti in altrettante partite) e in particolare la pesante debacle di domenica pomeriggio, hanno stupito tanto gli addetti ai lavori quanto la stampa nostrana ed estera, dando inevitabilmente il via a numerose inchieste volte ad individuare i motivi di quella che, allo stato attuale, appare come l’anticamera d’una vera e propria “crisi Roma”.
La gestione del gruppo – Sul banco degli imputati, il principale indiziato è il tecnico Eusebio Di Francesco, reo di non aver saputo infondere le giuste motivazioni ai propri giocatori. L’accusa appare quantomeno eccessiva: ci riferiamo allo stesso allenatore che, nella passata stagione, ha sempre posto un’enfasi particolare sull’elemento motivazionale, invitando i propri giocatori a “non accontentarsi mai”, infiammando tanto gli animi della vox populi giallorossa. Certo, le possibilità per rimediare al disastro ci sono, ma appare evidente la necessità di registrare un celere cambio di atteggiamento, strumentale ad infondere fiducia a una Roma che, fino a qualche settimana fa, appariva animata da ben altre ambizioni; in quest’ottica, la sfida di mercoledì sera col Frosinone assume i contorni d’una vera e propria deadline: un’eventuale sconfitta con la neopromossa, a pochi giorni da un evento cruciale come il derby capitolino, potrebbe avere risvolti catastrofici. Fondamentale, dunque, trovare continuità di risultati sin da subito, al fine di poter tener viva la speranza in un piazzamento valido per l’Europa che conta. Il tempo per i passi falsi è già terminato: bisogna vincere ad ogni costo.