Sampdoria: il ritorno dell’aeroplanino
Non tutti sono semplici avversari, qualcuno si conquista nel tempo il rispetto e l’affetto di un intero ambiente.

Vincenzo Montella è tornato oggi a Marassi, stadio che per diversi anni, è stato la pista di atterraggio dell’aeroplanino blucerchiato. Grande giocatore, grande professionista non poteva che diventare un allenatore stimato ed apprezzato; mister della squadra che, al momento, gioca il miglior calcio del campionato italiano. È uscito da vincitore, ma soprattutto da vincente, tra cori e applausi dei suoi ex tifosi, che non lo hanno mai dimenticato. Come da sua esplicita ammissione, non è semplice uscire tra l’ovazione di chi hai appena sconfitto sul campo, ma la Genova blucerchiata offre anche questo scenario e sono cose che arricchiscono il calcio di valori sani, che meriterebbero ben altra risonanza.
“Sono tifosi fantastici, una gradinata speciale. Mi hanno emozionato; ringrazio loro e la società per l’ospitalità”. Queste le parole di Montella, che nel dopo partita non nasconde la soddisfazione per l’importante vittoria, ma neppure la palese commozione destata dalla calorosa accoglienza. “Affetto e stima reciproca, non forzatamente ma bellissima perché spontanea“. Così chiude l’allenatore viola e per un attimo, in questa atmosfera romantica, quasi fiabesca, si può anche immaginare che prima o poi le strade del mister e dei blucerchiati possano incrociarsi ancora. Ma questa volta, non più da avversari.