A tutta tattica – Siena, catenaccio 2.0
Chi ha detto che catenaccio è una brutta parola? Generalmente, dietro questo termine, si nasconde un concetto “negativo”, noioso, non spettacolare di calcio. Il luogo comune si completa quando l’opinione pubblica estera ci appioppa la maschera di ultradifensivisti, quasi antisportivi. La realtà è ben diversa.
La nostra è una tradizione di calcio tra le più importanti del mondo e per farsi un’ idea precisa di quello che significa bisogna andare in provincia. Le squadre che potrebbero esser prese in considerazione sono tantissime,quella che ha più di tutte suscitato la nostra curiosità questa settimana è il Siena di Sannino.
Difesa: Nessun nome altisonante, solo giocatori noti agli appassionati o agli “appiccicatori” di figurine Panini: Pegolo in porta, Vitiello, Rossettini, Terzi, Del Grosso formano la classica difesa a 4.
Centrocampo: altra linea a 4, con Giorgi, Vergassola, Gazzi e Brienza, quest’ultimo il vero fantasista della squadra, giocatore di esperienza, veterano dei campi di A e B.
Attacco: Calaiò, rinato qui dopo un passaggio a vuoto a Napoli qualche anno fa, e Destro, la rivelazione del Siena di questa stagione.
Sannino fa un 4-4-2 semplice, classico ed efficace. L’altro club che gioca in modo simile in A è l’Atalanta, ma ognuno sviluppa le sue peculiarità in funzione dei giocatori che si hanno.
Il Siena gioca in modo ordinato, senza sbavature, coprendo il campo e cercando le ripartenze. Difesa compatta, con Pegolo punto di riferimento. Vergassola è il regista che lancia gli esterni e gli attaccanti in contropiede: Brienza non si limita a fare l’ala ma cerca di sorprendere le difese avversarie con colpi da giocatore di talento. Infine Calaiò e Destro si alternano, andando a turno in contro al pallone o in profondità.
Il segreto del Siena, come di ogni provinciale DOC è il gioco semplice, pulito e, soprattutto, spettacolare; perché forse l’essenza vera del calcio è nel contropiede, l’azione finalizzata direttamente al gol. Infatti non è scritto da nessuna parte che il possesso palla è sinonimo di calcio spettacolo. Ora il modello spagnolo è stracelebrato, ma fino a qualche anno fa la nazionale iberica non aveva vinto quasi nulla. L’Italia invece…
Complimenti per il titolo!! D’antologia!!!! 😉