Superga 64 anni dopo, perché le leggende non muoiono mai…
”Erano altri tempi…”: così iniziano i racconti dei nonni ai nipoti, nel difficile tentativo di descrivere un’epoca completamente dissimile da quella odierna. Nella vita, come nel calcio, le situazioni sono cambiate a tal punto da aggrapparsi con speranza alle parole delle persone più anziane, con l’augurio che, prima o poi, possa ritornare l’onestà e la genuinità perduta nel corso dei decenni.

All’epoca, le performance degli atleti rappresentavano il forte desiderio di rinascita dopo la seconda guerra mondiale. Diventare calciatore era il sogno di molti, i quali si appassionavano allo sport anche per sognare una vita di gloria. La squadra del Torino, dotata di una rosa particolarmente forte, divenne leggenda proprio perché rispondeva totalmente alle aspettative popolari, vista la “prolitarietà” che rappresenta la squadra granata. Ma il 4 Maggio del 1949, esattamente sessantaquattro anni fa, la squadra del “Grande Torino” volava per l’ultima volta nei cieli piemontesi, prima che il velivolo si schiantasse contro la Basilica di Superga. A quei tempi, i torinisti e gli juventini si supportavano a vicenda, assistendo alle partite del calendario di entrambe le squadre. Non esisteva la forte competizione di oggi, qualche “sfottò” era di certo consentito, ma le tifoserie non andavano oltre ed anzi, non era insolito notare sciarpe bianconere sulle tribune granata. Una storia alla quale, a raccontarla oggi, i giovani stentano a credere. Eppure, gli appassionati di calcio che all’epoca assistevano alle competizioni, ricordano bene il clima di festa, la sportività ed il rispetto tra le due squadre della città della Mole. Quando tutti, juventini e torinisiti, appresero quanto era accaduto sulla collina Torinese, provarono lo stesso dolore, mettendo da parte bandiere e colori. Il “Grande Torino” tramontava per sempre, lasciando dietro di sé un esempio di sport “pulito”. Tra le ore 17.03 e le 17.05, l’aereo che trasportava la squadra da Lisbona verso casa, portò via per sempre quei diciotto giocatori che avevano insegnato ai torinesi ad amare il calcio. Insieme alla squadra, vi erano tre dirigenti, tre allenatori, tre giornalisti e quattro membri dell’equipaggio. Nessuno si salvò ed esalarono l’ultimo respiro poco più a nord della cittadina di Pino Torinese, dove è situata la Basilica di Superga. Il trimotore Fiat G.212 si schiantò contro il terreno posteriore della Chiesa. Due giorni dopo la tragedia, a Palazzo Madama, situato in Piazza Castello a Torino, venne allestita la camera ardente. Salendo la scalinata e percorrendo la balconata interna, ognuno ha potuto rendere omaggio alle trentuno vittime. Quasi un milione di persone di ogni fede calcistica salutò per l’ultima volta la squadra, lo staff tecnico, i giornalisti e l’equipaggio. Coloro che hanno vissuto quei momenti ricordano ancora il rigoroso silenzio durante l’ultimo addio. Questo pomeriggio la società Torino F.C. salirà al colle di Superga per la commemorazione del “Grande Torino”.
“Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse; forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza.” (da “Grande Torino per sempre!”)
Le vittime
Valerio Bacigalupo (Portiere)
Aldo Ballarin (Difensore)
Dino Ballarin (Portiere)
Émile Bongiorni (Attaccante)
Eusebio Castigliano (Mediano)
Rubens Fadini (Centrocampista)
Guglielmo Gabetto (Attaccante)
Ruggero Grava (Centravanti)
Giuseppe Grezar (Mediano)
Ezio Loik (Mezzala destra)
Virgilio Maroso (Terzino sinistro)
Danilo Martelli (Mediano e Mezzala)
Valentino Mazzola (Attaccante e Centrocampista)
Romeo Menti (Ala destra)
Piero Operto (Difensore)
Franco Ossola (Attaccante)
Mario Rigamonti (Difensore)
Julius Schubert (Mezzala)
Arnaldo Agnisetta (Dirigente)
Ippolito Civalleri (Dirigente)
Andrea Bonaiuti (Organizzatore delle trasferte)
Egri Erbstein (Allenatore)
Leslie Lievesley (Allenatore)
Osvaldo Cortina (Massaggiatore)
Renato Casalbore (Giornalista, Fondatore e Direttore di Tuttosport)
Renato Tosatti (Giornalista della Gazzetta del Popolo)
Luigi Cavallero (Giornalista de La Stampa)
Pierluigi Meroni (Equipaggio)
Celeste D’Inca (Equipaggio)
Cesare Biancardi (Equipaggio)
Antonio Pangrazi (Equipaggio)