Copa Libertadores: 19 anni dopo il River Plate torna campione
Dopo diciannove anni di attesa il River Plate può finalmente tornare a festeggiare una Copa Libertadores: una attesa lunga ed estenuante fatta di sofferenze, periodi bui e tante polemiche che però alla fine hanno visto i Millionarios risorgere dalla cenere.

Fonte: Carlos A. Cermele (Wikipedia.org)
Lo 0-0 dell’andata teneva tutto in discussione e il pesante carico offensivo messicano sembrava poter essere un’arma adatta a mettere in ginocchio la Banda di Gallardo (oggi squalificato e relegato in tribuna). E invece no: i Tigres si divorano il vantaggio al 24’ con Gignac che ancora una volta si permette di perdonare gli avversari ciccando un pallone che avrebbe potuto cambiare per sempre la storia della Copa Libertadores.
Il River Plate aspetta, non gioca un gran calcio ma è sempre in partita: serve un lampo per vincerla questa Copa Libertadores e il lampo arriva nel finale di primo tempo. Un guizzo di Vangioni trova in area l’eroe inatteso, Lucas Alario, perfetto nella sua torsione aerea che gli permette di correggere il cross del Piri alle spalle di Nahuel Guzman facendo esplodere il Monumental.
Comincia a piovere e le lacrime di gioia si mischiano al diluvio torrenziale che inzuppa il terreno di gioco.
Nella ripresa i Tigres faticano ad impostare una rimonta e si aggrappano alle giocate del velocissimo Jurgen Damm, in sofferenza quando il campo si fa pesante, e agli spunti del solito Guido Pizarro che però non trova l’imbeccata giusta. Di occasioni per l’1-1 ce ne sono 2 e ancora una volta l’attacco messicano ha troppa pietà di Barovero: prima Gigliotti cicca nuovamente un pallone importante, poi su una sfuriata di Damm Aquino di testa non mette dentro un pallone tutt’altro che difficile da correggere in gol.
Non è la partita per questi errori e il Tuca Ferretti capisce di aver perso la partita su quel colpo di testa sbilenco: c’è solo River Plate nel finale di gara e in rapida sequenza arrivano i colpi del KO. Prima Aquino stende scioccamente in area Carlos Sanchez che conquista e trasforma il rigore; poco più tardi su un calcio d’angolo battuto dal neo entrato Pisculichi la testa di Ramiro Funes Mori mette il punto esclamativo ad una partita che non ha più nulla da dire.
Nervosismo e tensione inevitabili nei minuti di recupero ma c’è poco da fare: il River Plate vince la Copa Libertadores dopo 19 anni e scaccia definitivamente ogni spettro della propria storia: un cammino travagliato e soffertissimo dove i Millionarios dopo aver rischiato seriamente l’eliminazione al girone (a graziarli furono gli stessi Tigres) sono riusciti passo dopo passo a buttar fuori squadre come il Boca Juniors (nel Superclasico dei gas urticanti), il Cruzeiro e il Guaranì, prima della doppia impresa di questa finale.
Sembra una follia pensare che soli 4 anni fa questa squadra retrocedeva in Primera B Nacional e oggi alza al cielo la Copa Libertadores, ma in Sudamerica tutto è lecito.